Pallida come la morte.

{A Tutto Reality} Basata su Zoey, Dawn e Mike. Contenuti vioel

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  1. SmileSmoke
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    «Che ci fai qui tutta sola?» le domandò una voce maschile che la fece voltare.
    Vide il ragazzo che le si avvicinava rilassato, mentre la luna gli illuminava solo una parte del viso.
    Lei era seduta sul molo con le dita dei piedi che sfioravano l'acqua.
    «Oh, sei tu Mike» sorrise arrossendo.
    «Sei triste e pensierosa.. Che succede?» chiese il ragazzo sedendosi accanto a lei. La osservò in volto.
    Il chiarore della luna le illuminava il volto facendola apparire ancor più pallida di quanto fosse realmente, e le rendeva i capelli rosso sangue, rosso vivo.
    Gli occhi lucidi erano un evidente segno che aveva pianto, o che comunque era sul punto di farlo.
    Zoey non rispose alla sua domanda, continuando a fissare l'acqua mentre una lacrima le solcò la guancia.
    Mike la guardò preoccupato, sperando che nessuna delle sue personalità non decidessero di venir fuori in un momento come quello, specie se fossero Vito o Svetlana,
    Probabilmente Vito avrebbe cercato di consolarla a modo suo, e nella peggiore delle ipotesi l'avrebbe stuprata; e non voleva nemmeno immaginare cosa avrebbe potuto fare Svetlana.
    Scosse energicamente la testa, cercando di togliere quei pensieri dalla mente.
    Poi si ricordò della scena a cui aveva assistito la mattina.
    «E' per quello che ha detto Dawn?» osò domandare.
    Sentì il respiro della ragazza bloccarsi per un attimo.
    Aveva colto il punto.
    «Sì» rispose con voce flebile «Io volevo solo farmi dei nuovi amici, e invece ora tutti penseranno che sono strana!» continuò, scoppiando in lacrime.
    «Tranquilla, Zoey. Hai me!» esclamò Mike sorridendole, e quando la ragazza si voltò verso di lui l'abbracciò, dandole un bacio sulla fronte.
    Passarono alcuni minuti in quella posizione, fino a quando la ragazza non smise di piangere.
    «Sai.. Quando andavo alle elementari avevo un'amica, si chiamava Tesse, era la bambina più dolce che io avessi mai conosciuto. Era la mia migliore amica, nonostante tutti mi dicevano che ero strana, che i miei capelli erano rossi a causa del sangue delle persone che uccidevo» Zoey sospirò.
    «Poi che è successo?» la incitò Mike a continuare.
    «Un giorno Tesse arrivò a scuola e non mi degnò di una parola. A ricreazione la trovai con Lily, una delle ragazze più grandi della scuola, e con le sue amiche. Mi presero di mira, e da quel giorno mi resero le elementari un inferno. Ed ogni volta che mi trasferivo o cambiavo scuola era la stessa cosa!» raccontò guardandosi i palmi delle mani.
    Mike le sorrise.
    «Il passato è passato, no? Non ci pensare più, e vedrai che tutto andrà meglio! Mi dispiace per quello che hai dovuto passare, ma io credo che lo abbiano fatto per invidia. E' raro trovare una ragazza dolce e bella come te» concluse arrossendo.
    Zoey sorrise debolmente, arrossendo anche lei.
    «Inizia a fare freschetto» affermò Mike strofinandosi le mani «Torniamo agli alloggi?» domandò porgendo una mano alla ragazza, la quale la afferrò per poi alzarsi dal molo del Wawanakwa.
    Quella notte passò velocemente, così come i giorni successivi.
    Una mattina, come del resto tutte le altre, suonò l'altoparlante e tutti i concorrenti dovettero recarsi all'esterno per ascoltare la sfida che Chris gli avrebbe proposto.
    Mancavano solo Dawn e Zoey.

    «A volte mi tocca fare buon viso a cattivo gioco. E tenere la mente sgombra aiuta molto.»
    «Ho paura, cosa stai facendo?» domandò terrorizzata la ragazza, la quale era legata ad un albero mentre l'altra le si avvicinava con in mano uno splendente coltellino svizzero.
    Non parlava, ma il suo sguardo trasmetteva tutto.
    Rabbia, gelosia, frustrazione.
    «Ma perché mi fai questo?» domandò la ragazza, avendo già capito le intenzioni.
    Zoey avvicinò il coltellino alla sua pelle diafana, per poi iniziare a premerlo a partire dal polso per tutto il braccio, in una lenta agonia.
    Le prime gocce di sangue iniziavano a colare giù copiose. E più ne usciva, più la rossa aumentava la forza con la quale premeva il coltello.
    «E' l'unico modo che ho per sentirmi viva.» rispose tranquilla, le brillavano gli occhi, e continuava a tagliare, sempre più a fondo, passando all'altro braccio.
    Ormai la punta del coltellino era quasi arrivata alla spalla, e continuava a salire, mentre l'affilata lama le tagliava la carne.
    Dawn aveva provato a liberarsi e cercare di scappare o di allontanarla temporaneamente. Ma ogni tentativo le era vano, e aumentava la presa di Zoey. Alla fine si era rassegnata.
    Il sangue scorreva da entrambe le braccia, ma a Zoey non importava.
    «Vuoi sapere come mai sono così brava a intagliarti la pelle? Vuoi sapere perché non ho amici?» domandò guardando negli occhi colei che avrebbe dovuto essere sua amica.
    Ma quello non era lo sguardo di Zoey, no. Quelli erano gli occhi di una psicopatica.
    La lama del coltello continuava a salire verso il collo, i tagli bruciavano e la mancanza di tutto il sangue che oramai trovava sul terreno non l'aiutava di certo, ma oramai Dawn sperava che qualcuno arrivasse a salvarla, o che almeno quel coltellino arrivasse velocemente al collo e le tagliasse subito la gola.
    «Allora, da dove posso cominciare?» domandò la rossa fermandosi all'improvviso e rigirandosi il coltello sporco di sangue fra le mani.
    Dawn chiuse gli occhi, le girava la testa e non riusciva più a sopportare quel dolore, sia fisico che spirituale. Aveva percepito l'aura positiva di Zoey quella mattina, e tutto andava bene.
    Se solo non avesse deciso di aiutarla a cercare quel ciondolo che diceva di aver perso!
    «Io non volevo che finisse così» piagnucolò aprendo gli occhi.
    «Eppure l'hai fatto, piccolo raggio di luna.» rispose sprezzante Zoey,
    «Ora ho capito perché non hai amici, gli hai uccisi tutti!»
    Quella frase toccò particolarmente Zoey.
    Con un colpo secco piantò il coltello nel collo della ragazza, la quale fece un urlo strozzato prima di morire.
    Dall'impatto violento del coltello alcune gocce di sangue le schizzarono addosso, macchiandole le labbra e il volto pallido.
    Si passò un dito sulle labbra per assaggiare il sangue.
    «Sì, e poi me li sono mangiata» sorrise «e dopo Tesse ci fu Lily, poi Giusy, poi Carter. Erano mie amiche, e non avrebbero mai dovuto smettere di esserlo, e devo ammettere che erano proprio come i loro amici.. Deliziose. Nessuno ha mai sospettato di nulla. In fin dei conti io sono una brava ragazza, ed ero solo una bambina quando è successo per la prima volta. Zoey non faceva del male a nessuno.» concluse fissando il vuoto.

    ***


    Non so come mi sia venuta in mente questa storia!
    Spero di non aver sbagliato la sezione o altro (Anche se nel regolamento non parla di che genere di Fan Fiction debbano essere pubblicato) e di non aver turbato la mente di nessuno.
     
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0 replies since 24/5/2015, 18:27   21 views
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