Prototipo Fanfiction

I deliri di un utente appassionato

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Ishumaeru
        +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Aelita Fan
    Posts
    549
    Reputation
    +11

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE
    Signore e signori, scusate il ritardo: ecco a a voi un corposo Settimo capitolo!

    --+--+--+--+--+--+--+--++--++

    VENERDI 4 OTTOBRE, 17.15
    CAMERA DI RICHARD


    Dal giorno in cui quattro ragazzi iniziarono a difendere la terra da un intelligenza artificiale in un mondo virtuale, era passato poco più di un mese.

    E in quel lasso di tempo XANA colpiva incessantemente, come un martello pneumatico: persone possedute, sovraccarichi di tensione estremi, mostri virtualizzati sulla terra; era praticamente il fottuto inferno sulla terra.

    E Richard, più di tutti, veniva terribilmente affetto da questa cosa: ogni giorno lavorava sempre di più per trovare informazioni su come riuscire ad ancorare XANA al supercomputer; ormai dormiva 3 ore a notte se andava bene, di conseguenza il caffè e le bevande energetiche aveva sostituito l'acqua. E come se non fosse abbastanza doveva tenere decente la media scolastica.

    In confronto i pendolari universitari se la spassano.

    E poi c’era un ultima questione (giusto giusto per arrotondare la mole di casini): Syl.
    Da quando lei gli si era dichiarata, lui non aveva mai più parlato della cosa: era estremamente combattuto, dato che non sapeva cosa dire; non era certo indifferente nei suoi confronti, ma non sapeva dire se contraccambiava o meno. E poi non aveva il tempo di pensare a queste cose, cercare di salvare il mondo richiedeva molto da fare.

    Richard quindi continuò a lavorare al PC; mentre digitava febbrilmente sulla tastiera, tutti i suoi chiodi fissi e le sue turbe non volevano saperne di andarsene dal suo cervello…

    SALA RICREATIVA

    Edward aveva terminato di studiare da un pezzo, quindi era rimasto nella sala ricreativa a fare distrattamente zapping al televisore.

    La sua mente però era rivolta altrove: a tutto ciò che era successo in quel mese, Lyoko, XANA…. E Jacket: si faceva vedere sempre meno e ogni volta sembrava sempre di più uno spettro di se stesso. Edward era continuamente in pensiero, ma non riteneva giusto piombargli in camera sua; dopotutto quello che stava facendo era per il bene di tutti.

    Intanto al notiziario è stata data la notizia di un misterioso fuggitivo in Repubblica Ceca: sembra che tale persona sia collegata al terrorismo di matrice europea-americana. Le autorità si dichiarano in prima linea per scolastica il soggetto potenzialmente pericoloso.

    CAMERA DI MAYA

    Nel frattempo Maya era intenta a studiare: dal padre aveva ereditato, oltre che l’intelligenza, anche la perseveranza nello studio, anche quando avevano poco o nulla da fare per la settimana. Ogni tanto però, andava a pensare a quel mese turbolento: non ci poteva ancora credere che i suoi genitori erano stati i protagonisti di un avventura che ora anche lei stava vivendo in prima persona.

    Ogni tanto però era preoccupata per Jacket: come gli aveva fatto notare Edward da qualche giorno, sembrava sul punto di collassare a causa della mole di lavoro a cui si sottoponeva. Prima o poi sarebbe stato meglio che tutto il resto del gruppo andasse a parlargli.

    “E ora torniamo a biologia.”

    CORTILE, MACCHINETTA, 17.35

    Mentre la macchinetta erogava la sua cioccolata calda (a detta di Odd acqua sporca), Syl se ne stava pazientemente in piedi: di li a poco sarebbe andata in biblioteca, per ritirare un libro che aveva ordinato (da poco la biblioteca permetteva ciò). “Alle montagne della follia” era il titolo.

    Nel momento stesso in cui prese il bicchierino di plastica e uscì dal piccolo box, fuori dal quale non c’era anima viva, sentì dei passi alle sue spalle, per poi vedere un'altra persona apparire davanti ai suoi occhi. Capelli biondi piastrati regolarmente, vestiti di marca e un aria da puttana ape-regina dell’intero collegio. Il suo nome era Jacqueline Auguste .

    Jacqueline:“A quanto pare qualcuno qui ha voglia di mettersi in mostra. Cos’è i libri ti hanno stufata e ora cerchi di diventare la puttanella della scuola attirando l’attenzione di tutti? ”

    Syl aveva subito capito a cosa si riferisse: è da un mese circa che lei, da lupo solitario del collegio, aveva iniziato ad avere tre amici di punto in bianco. E inoltre stava iniziando a riscuotere successo da parte del “pubblico” maschile. Svuotò in un solo sorso il bicchiere, lo gettò e la sua lingua colpì con una frase tagliente.

    Syl: “… Oh be, almeno per essere ammirata non devo abbassarmi a certi livelli. Non è verò, Jacqueline?”

    Il volto della biondina si trasformo in una maschera di puro odio: come si permetteva di mancare di rispetto a lei, regina della scuola, ammirata da tutti quanti!?

    A quanto pare ci vuole una piccola lezione di autorità…

    A un suo cenno, la ragazza alle sue spalle afferrò Syl, impedendole qualsiasi tentativo di movimento; Jacqueline invece gli tirò un pugno dritto alla bocca nello stomaco: il dolore e la mancanza di fiato fecero piegare Syl in avanti, al momento impontente.

    1 minuto….3…5 minuti di dolore dopo i quali la lasciarono cadere a terra: oltre al dolore a tutto il corpo, si era rimediata un livido sulla fronte. Le due ragazze corsero via, lasciando Syl con le sue ferite e il silenzio circostante.
    L’unica nota pseudo-positiva era che il cappello poteva nascondere il livido.

    MEZZ’ ORA DOPO
    CAMERA DI RICHARD

    Ormai la giornata di ricerche stava andando a vuoto: non aveva ancora trovato nulla di veramente utile. A un certo punto, mentre Jacket finiva la sua terza lattina di bevanda energetica, il suo telefono cominciò a squillare.

    Syl lo stava chiamando…

    …Ho di meglio da fare. E poi non ho la forza ne di parlare ne di alzarmi e raggiungere la porta.

    ..Codardo…


    Riattaccò la chiamata e torno al lavoro. Ci avrebbe pensato dopo a Syl.

    Forse.

    KADICK, CORRIDOI
    Maya, sotto richiesta di Edward, andava a passo spedito verso la camera di Syl: erano passate due ore e Edward non aveva visto Syl in giro (mentre di solito camminava per i corridoi e il cortile); ogni volta che provava a chiamarla non rispondeva. Così ha chiesto a Maya, dato che era nel dormitorio femminile, di andare a dare un occhiata. E se XANA avesse attaccato di nascosto?

    Nel momento in cui stava per bussare alla porta, Maya sentì un suono preoccupante: il suono di una persona in lacrime. Non perse tempo e spalanco la porta, per poi richiuderla subito alle sue spalle, ritrovandosi davanti Syl, raggomitolata sul letto, che piangeva a dirotto.

    Maya: “Syl! Cosa ti è successo, perché pia-”; in quel momento potè vedere, oltre all’espressione distrutta, il livido sulla testa e i vestiti logorati dalle botte. Sembrava che l’avesse investita un auto.

    Maya:”Santo cielo! Chi ti ha fatto questo, Syl, rispondimi!

    Syl: “….i…..i-io…nnghh….d’accordo…..”

    ----

    Era riuscita a tornare in camera sua senza destare sospetti o farsi vedere. Una volta che la porta si chiuse alle sue spalle, Syl si buttò sul letto, iniziando a piangere a dirotto: mai nella vita gli era successo qualcosa di così triste, così doloroso…. Da una quotidianità tremendamente grigia era passata in un mare di emozioni troppo forti. Il tutto in un solo mese.

    In quel momento sentiva di aver bisogno di qualcuno: e chi se non Richard, a cui aveva dichiarato tutto ciò che provava per lui il mese scorso? Più facile a dirsi che a farsi, dato che non aveva più parlato “di quel momento”, e in generale era molto distante dal gruppo. Ma tentare non poteva fare male, no?

    Quindi prese il cellulare e compose il suo numero: dopo 10 secondi, il cui scorrere era stato tremendamente pesante, sentì che la chiamata si chiuse.

    Aveva riattaccato.

    In quel momento Syl ricominciò a piangere, ancora più triste; se fino a un minuto fa il suo corpo e il suo spirito erano spezzati, ora lo era anche il suo cuore.

    ---

    Maya:” …non ci posso credere. Mi dispiace Syl, mi dispiace davvero tanto..” e la abbraccio per un paio di minuti; Syl si stava sentendo meglio, anche se di pochissimo. Almeno c’era qualcuno a cui importava di lei in quel momento così straziante. Qualcuno che, a differenza di una certa persona, gli parlava e la confortava…

    Alla fine, quando uscì dal dormitorio femminile, Edward andò subito incontro a Syl, con aria preoccupata.

    Ed:”Allora, come sta?”
    Maya gli racconto tutto quanto: sia del pestaggio e dei suoi colpevoli, sia di Richard che se ne era altamente sbattuto di lei, riattaccandole in faccia. In quel momento Edward fù attraversato da un impeto di rabbia: che razza di persona era uno a cui non importa dei suoi pochi amici!?

    Con passo furioso Edward, seguito da una Maya preoccupata, arrivò davanti alla camera di Richard, spalancando la porta all’improvviso. Richard, sobbalzando, si era girato e stava per prendere un oggetto dalla scrivania, per poi ritrarla quando vide chi aveva attraversato la soglia (dopo aver richiuso la porta per non farsi sentire). Sulla scrivania vi era un oggetto metallico, mai visto prima d’ora…

    Richard:”Cos’è, bussare alla porta è diventato un optional oppure mi volevi far venire un infarto fulminante?”

    Edward: “Complimenti Jacket, sei davvero un buon amico! Non solo non ti fai vedere in giro, restandotene chiuso in camera come un ratto, ma se un qualcuno ha bisogno di te lo mandi perfino al diavolo!”

    Ma di che cazzo sta parl-oh. A quanto pare qualcuno ha fatto una visita a domicilio alla paziente..

    Richard:”Oh be, scusa tanto se passo il novanta percento del mio tempo a farmi il culo per trovare un modo di sconfiggere quella cazzo di intelligenza artificiale impazzita! Per la cronaca, ormai non dormo neanche 4 ore a notte!”

    In quel momento Edward ci vide nero: con uno scatto prese Richard per il colletto della giacca e gli urlò in faccia; quest’ultimo non lo aveva mai visto così arrabbiato. Richard, a causa della spinta, aveva sbattuto contro la scrivania, rendendola ulteriormente disordinata.

    Edward:”Questa non è una scusa per sbattersene di un’amica che è appena stata pestata e che aveva bisogno di conforto! E ti ricordo che Syl ci tiene particolarmente a te! In questo momento stai pensando solo a te stesso! Come fai a essere così insensibile!?”

    Richard era pronto a liquidare il tutto con una delle sue solite battute del cazzo, ma il suo subconscio prese il momentaneo controllo: diede una craniata che scaraventò Ed a terra, mentre Maya rimaneva spaventata a guardare la scena, senza dire o fare nulla.

    Richard: “Mettiti bene in testa un paio di cose: sono affari miei se riattacco a una persona mentre sto lavorando per salvare questo mondo del cazzo. Cos’è più importante, trovare un modo per sopravvivere o perdere tempo con i pianti di una ragazza che ha subito quattro lividi!? C’è gente che passa momenti ben peggiori!”

    Ormai non sapeva più cosa dire: davanti a lui non c’era Jacket, il suo migliore amico, ma una persona insensibile, a tratti crudele. Forse, in fondo , sua madre aveva fatto bene ad abbandonarlo; in fondo non era clinicamente sociopatico?

    Rialzandosi, Ed disse la sua ultima frase, per poi andarsene via insieme a Maya.

    Edward: “D’accordo, come vuoi, ti lascio da solo, ma ricorda una cosa: a forza di allontanare le persone che ci tengono a te finirai per rimanere solo nel momento peggiore della tua vita.”

    Nel momento in cui la porta si chiuse, Richard stava stringendo violentemente i pugni, facendo diventare le nocche bianche. All’improvviso senti un click e il suono di qualcosa che viene sfoderato. Vedendo meglio, si accorse di avere in mano il suo nuovo aggeggio: un coltello a serramanico, la cui lama ora era esposta, pronta ad affondare nella carne di una persona.

    Da rabbia, la faccia di Jacket passò ad essere perplessa e confusa; sentiva anche della nausea provenire dallo stomaco.

    Sto lavorando troppo e tutte quelle bevande mi stanno uccidendo..o almeno spero che sia così…

    In quel momento vide qualcosa fuori dalla finestra: un uomo di mezz’età, dai lineamenti e vestiario anonimi che, dopo averlo fissato con uno sguardo vitreo per una manciata di secondi, andò a passo spedito verso L’Hermitage; Richard e gli altri lo avevano scoperto grazie al diario di Waldo Schaeffer.

    Non so perché, ma penso proprio che lo seguirò.;nessuno andrebbe all’Hermitage senza un buon motivo…che conosciamo solo noi. E poi so come difendermi, nel caso ce ne sarà il bisogno.

    In 5 minuti si preparò per andare all’Hermitage, quando arrivò una notifica sul cellulare: XANA aveva preso il controllo di una torre nel settore Deserto.

    Che palle….e se l’attacco sia collegato a quell’uomo?
    Un motivo in più per seguirlo. Ora avviso Jeremy e gli altri…


    Mandò al professore e ai suoi “amici” un messaggio, per poi uscire e dirigersi verso la sua destinazione.

    "Attacco di Xana: Torre 5 nel Settore Deserto. Andate alla fabbrica.Io sarò all’Hermitage, ho qualcosa di importante da fare."
    ---
    Mentre Edward stava andando via dalla camera di Richard, ancora fumante di rabbia, il suo telefono vibrò: Richard aveva segnalato una torre attiva nel Settore Deserto, chiedendo al resto del gruppo e al professor Belpois di sistemare la cosa, dato che lui sarebbe stato all’Hermitage a fare cose importanti.

    Maya: “mhhh… ho un brutto presentimento….e se fosse una trappola per Richard?”

    Edward:”Be’, saprà cavarsela da solo; in fondo “ha cose imoprtanti da fare”, no!?” Maya restò ammutolita, non sapeva cosa dire…

    Il duo, in silenzio, si avviò verso il tombino nel parco.

    ---
    Alla fine Syl chiuse definitivamente quel cassetto, per mai più riaprirlo. Aveva scelto il futuro. Aveva scelto la vita. Ma era ancora affranta, con il cuore ridotto in polvere.

    E proprio in quel momento, quasi a rigirare il dito nella piaga, squillò il telefono: una torre era stata attivata, e Richard aveva chiesto a Jeremy e agli altri di andare alla fabbrica a risolvere la cosa; lui invece era all’Hermitage per cose di grande importanza…

    In quel momento Syl era addirittura tentata di mandarli a quel paese, ma la ragione, come di suo solito, aveva prevalso: ora combattere XANA era solo un dovere. Botte o non botte. Cuore spezzato o meno.

    Si asciugò le lacrime e si ricompose, in modo da non far preoccupare ulteriormente gli altri, e si dirisse al tombino nel parco.

    --
    Jeremy aveva appena finito di correggere le verifiche della scorsa settimana: un andamento generale mediamente positivo. Oh be, se si ha “Einstein” come professore, tutto diventa molto più semplice.

    In quel momento il superscanner del portatile segnalò una torre attiva nel Settore Deserto; inoltre aveva ricevuto un messaggio da parte di Richard: doveva andare alla fabbrica insieme al resto del nuovo gruppo, dato che Richard aveva “cose importanti da fare all’Hermitage”

    Richard che se ne va in giro per conto suo proprio quando XANA lancia un attacco?..La cosa non mi rassicura, meglio chiamare qualcuno che lo aiuti: non vorrei che fosse caduto in una trappola.

    Per evitare di scomodare Aelita, che era a sbrigare questioni burocratiche agli uffici, ed essendo Odd fuori città per quel giorno, digitò il numero di Yumi e Ulrich, sperando che rispondessero al più presto. Nel frattempo era già diretto verso il parco.

    CASA STERN-ISHYAMA
    In quel momento Yumi era in cucina a riunire tutti gli ingredienti per la cena; Ulrich era andato alla palestra per ordinare dei manichini d’allenamento nuovi, oltre a sbrigare un paio di scartoffie burocratiche. Oh be, la vita dei proprietari di una scuola di Pencak Silat.

    Squillò il telefono; guardando lo schermo, Yumi vide che Jeremy la stava chiamando…che fosse un nuovo attacco?

    Yumi: "Pronto, Jeremy. Allora, XANA ha lanciato un attacco o volevi solo sentirci?”

    Jeremy: “Purtroppo la prima: non si è verificato ancora nulla di insolito, perlomeno a larga scala; Richard è stato il primo a ricevere la notifica di una torre attiva e ha chiesto a me e agli altri di sistemare la cosa. Ora lui dice di essere all’Hermitage per fare una cosa importante.”

    Yumi: ”Fammi indovinare, pensi che sia una trappola rivolta a lui?”

    Jeremy: “Precisamente. Quindi avrei bisogno che tu vada all’Hermitage a dare un occhiata.”

    Yumi: “Certamente Jeremy, corro subito li.”

    Yumi si preparò alla svelta e usci subito di casa, per poi entrare in macchina. La cena sarebbe stata rinviata a domani. Ovvero stasera del passato-futuro.

    ---
    ENTRATA DELL’HERMITAGE
    Ci aveva messo un bel po’; seguire qualcuno senza farsi scoprire era decisamente faticoso, oltre che stressante (come se non avesse già abbastanza ansie in testa). Ora Richard era davanti all’ingresso della vecchia casa; nonostante il tempo trascorso, era rimasta logora tale e quale a quanto lo era nel 2004.

    Richard era tentato di mollare tutto; poteva essere benissimo una trappola di XANA per accopparlo definitivamente; sarebbe potuto tornare dai sui “amici”, magari azzardando un paio di scuse al volo. Ma era anche vero che era troppo curioso per tirarsi indietro. E inoltre era abbastanza codardo da tirarsi indietro nel rivedere il resto del gruppo, Syl in particolare. Fuggire dai problemi, una cosa che lui aveva visto in una persona che conosce molto bene…

    Mentre il coltello a serramanico sembrava tremare nella tasca, quasi a voler essere sfoderato e usato per dilaniare la carne, Richard decise di varcare la soglia. Un corridoio umido, sporco e scarsamente illuminato portava alle varie stanze. Era tempo di esplorare una potenziale casa degli orrori.

    ---
    TOMBINO NEL PARCO

    Jeremy, Edward e Maya erano davanti al vecchio tombino, mentre aspettavano l’arrivo di Syl; il professore aveva notato l’aria furiosa e tradita di Edward e l’aria malinconicamente confusa di sua figlia; cosa poteva mai essere accaduto? C’entrava forse Richard?

    Mentre Jeremy continuava nei suoi pensieri, era appena arrivata Syl: vestiti scomposti, segni di lacrime e un’aria distrutta era ciò che la caratterizzavano in quel momento.

    Jeremy: “Sylviane! Come ti sei ridotta? Ragazzi, potete dirmi cosa diavolo è successo!?”

    Edward: ”Chiedilo a mister “ho cose importanti da fare” ”. Le sue parole erano dannatamente velenose.

    Ora non era il momento di pensare alle questioni personali; uno alla volta, il gruppo scese il tombino, per poi chiuderlo con un leggero tonfo. Ora il parco era tornato silenzioso e pacifico.
    ---

    STRADE DI PARIGI

    Ho bisogno di un paio di giorni di ferie, oppure finirò con lo svenire alla guida

    Questo era ciò che pensava in quel momento l’autista del camion, dopo aver fatto un lungo viaggio da Lione, dove aveva consegnato un grosso carico di merce.

    Il GPS segnalava solo 15 minuti dalla stazione di servizio, dove si sarebbe potuto riposare, quando lo schermo iniziò a crepitare e a glitcharsi.

    Stupido aggeggio tecnologico…

    Improvvisamente sembrò uscire del fumo nero dai lati; all’inizio sembrava che si stesse bruciando qualcosa, ma quei fili opachi aggredirono subito l’autista, entrandogli nelle orecchie con estrema violenza.

    Le pupille furono sostituite dal simbolo di un occhio, e il navigatore segnava la posizione di una Renault a un isolato di distanza.

    XANA aveva voglia di guidare in modo spericolato; l’uomo posseduto accellerò il pedale, passando con il rosso a tutta velocità verso la macchina di Yumi Ishiyama.
    ---

    FABBRICA ABBANDONATA, LABORATORIO

    Jeremy:“Ragazzi, pronti a partire?”

    Edward:“Roger!”

    May:”Va vene papà”

    Syl:”…D’accordo.”

    TRASFERIMENTO!

    SCANNER!

    VIRTUALIZZAZIONE!

    ---

    LYOKO, SETTORE DESERTO

    Una volta virtualizzati, senza più subire una botta al fondoschiena, i loro occhi vedevano l’immensa distesa desertica, attraversata da cavi bianchi che collegavano le torri: buffo come, nonostante la luce forte, non si potesse sentire nessuna temperatura.

    I tre ragazzi erano tornati, come al solito, nei loro consueti panni virtuali.

    Jeremy:”Molto bene, la torre attiva si trova a sud della vostra posizione! Fate presto, poiché non si sa ancora l’attacco di XANA e ho paura che sia qualcosa di grosso.”

    Edward:“Signorsi!”

    Il trio si dirisse alla torre attiva di corsa; Syl era rimasta in coda, triste com’era non aveva neanche la forza di parlare o di combattere al suo meglio. Sperava solo che la cosa sarebbe finita in fretta.
    ---

    HERMITAGE, CORRIDOIO.

    La tensione poteva benissimo essere al posto della enorme quantità di polvere presente, essendo così forte nell’aria.
    Richard era estremamente cauto in ogni passo che faceva, mano sempre pronta ad afferrare il coltello; se non fosse stato per i suoi passi, sarebbe regnato un silenzio tombale.

    Cristo santo, deve essere per forza qui, non c’era altro posto dove andare se non in questa catapecchia…

    Sentì uno scricchiolare vicino alle scale in fondo al corridoio, che portavano al seminterrato; Richard in quel momento era in stato d’allarme. Con passo lento arrivò in quel punto e scese ogni gradino, ritrovandosi così nel seminterrato della casa. Qui l’umidità e la polvere erano praticamente omnipresenti, insieme al completo disordine; sembrava che la SWAT avesse fatto un raid…

    Il suono di un passo fece girare Richard di scatto, mettendolo faccia a faccia con lui: l’uomo che stava proprio cercando. Quest’ultimo era visibilmente stempiato, dai vestiti bucati e dall’aspetto malandato; o era un pazzo, o un drogato, o un mix.
    Costui, con velocità sovrumana, battè i riflessi di Richard, riuscendo a prenderlo per il collo e a placcarlo contro il muro, stringendolo in una stretta mortale.

    In preda al panico e all’adrenalina, Richard tirò fuori rapidamente il coltello, lo fece scattare e la lama penetrò tutta la faccia dell’aggressore, che mollò la presa e si accassciò a terra, le mani sul volto ferito. Peccato che invece del sangue usciva una specie di liquido nero, che alla vista sembrava avere delle interferenze, come un monitor.

    Richard: “…Mi dispiace XANA, ma non sono stato così scemo da seguirti disarma-”

    Una strana energia lo scagliò all’interno di quella che era una cella di riscaldamento; cosa che Richard comprese solo dopo che lo spettro di XANA chiuse la porta blindata, per poi scomparire nel nulla.

    Ahia! Porca puttana…perfetto, era tutta una trappola e ora sono bloccato qua dentro!

    Devo trovare un modo di uscire da qui!


    La stanza presentava, oltre ai tubi, una panchina scrausa. Accanto alla porta vi era un misuratore della temperatura, che aveva un piccolissimo problema: in quel momento stava pericolosamente superando il limite della temperatura ambiente, ma all’inverso: XANA voleva far morire Richard congelandolo vivo!

    Okay, rettifico: devo uscire di qui ALLA SVELTA!

    Prima cosa: trovare il punto della stanza in cui c’è un minimo di campo e chiamare Jeremy!
    Nonostante la mancanza delle finestre, in fondo alla stanza vi era un pochino di campo per chiamare. Richard chiuse la cerniera della giacca e digitò in fretta il numero del professore di informatica.
    ---

    FABBRICA ABBANDONATA, LABORATORIO/LYOKO SETTORE DESERTO

    Mentre il gruppo si dirigeva di corsa verso la torre, sul display del monitor apparvè la notifica di chiamata da parte di Richard. Jeremy rispose subito; o era in pericolo o aveva scoperto qual’era l’attacco di XANA. O entrambe le cose.

    Jeremy: “Richard! Stai bene?”

    Richard: “Togliendo il fatto che sono bloccato nella cella di riscaldamento dell’Hermitage e che rischio di crepare con le ossa ghiacciate, si sto ben-!”.Il segnale si era perso e la chiamata era stata interrotta.

    Jeremy: “Oh no! Richard, mi senti!? Richard!”

    Maya:”Papà! Cos’èsuccesso!?”

    Jeremy:”Dovete disattivare la torre il prima possibile! XANA ha teso una trappola a Richard all’Hermitage, e ora rischia di morire congelato!”

    Edward: “…MERDA! Sono un idiota, perché non l’ho seguito!?”. I sensi di colpa iniziavano a riempirgli la testa; si stava pentendo della frase che disse a Richard prima di lasciarlo solo, dopo la tremenda litigata. Altro che Protettore…

    Maya:”Non c’è tempo da perdere, muoviamoci!”

    Il nuovo stato delle cose rese Syl ancora più combattuta e sconvolta,oltre che preoccupata; la sua mente era divisa in 3: una parte diceva di restare ed aiutare a combattere i mostri per poi disattivare la torre. Un’altra, anche se minuscola, suggeriva di non pensare più a Richard…

    Ma in lei vinse la terza parte: poteva averla ignorata e ferita senza alcuna considerazione, meritandosi mille pugni in faccia; ma lei non poteva farci nulla, non riusciva ad odiarlo e, anzi, continuava ad amarlo: dopo tutto lei sapeva, in fondo, che Richard non era crudele; Si era preoccupato di loro. Si era preoccupato di lei, quel giorno del mese scorso, in cui tutta la loro vita cambiò. Non era solo una cotta, non era solo uno stuzzicare: era un sentimento più profondo..

    Syl:”…Mi dispiace di quello che sto per fare,ragazzi, ma non posso restare qui…”

    Edward:”Cosa stai di-” disse voltandosi solo per vedere Syl traffiggersi il petto con la lama del suo bastone, facendola scomparire in un turbinio di pixel.

    Maya:”Syl!”

    Un suono sintetizzato e lo schianto di un colpo laser sul terreno allertarono il duo rimasto: erano giunti davanti alla torre, e fra loro e ques’ultima si frapponevano tre granchi giganti rossi; i cari vecchi Krab di XANA.

    Ed:”Maya, metti al riparo! Ci penso io a loro!”. A guardia alta, si scagliò contro uno dei tre mostri e con un rapido colpo, gli amputò una delle zampe, impedendogli di muoversi; il tutto seguito da un affondo verso l’alto, che attraversò anche il simbolo di XANA sul dorso del corpo.

    Ne rimanevano ancora due.

    Intanto, dallo scanner, usciva Syl, che per un paio di secondi doveva rimettersi in piedi e far fermare il giramento di testa, per poi salire alla velocità della luce la scala che conduceva al laboratorio, per poi prendere l’ascensore prima che Jeremy potesse dire ‘a’.

    Jeremy: “Sylviane, dove stai anda!-”

    Ormai l’ascensore era già partito.
    ---

    STRADE DI PARIGI

    Yumi: “Per fortuna che oggi c’è poco traffico; dovrei arrivare in fretta.”

    Mentre guidava ai 40 all’ora, sentì uno stridio di gomme provenire dalla strada a destra dell’incorcio in cui si trovava ora: le macchine sogmmavano via all’impazzata mentre un camion di trasporto si stava dirigendo all’impazzata verso la sua macchina!

    Con una rapida e rischiosa manovra, Yumi riuscì a frenare e a fare un giro di 180° su se stessa, riuscendo a evitare per un pelo il camion, che si scontrò violentemente contro il muro di un edificio; la gente era in panico, le macchine scappavano via ad alta velocità, il caos dilagava; si poteva notare un sottile fumo nero andare via dal finestrino rotto, per poi infilarsi dentro un tombino. Non c’era neanche bisogno di fare 2+2.

    In barba alle leggi stradali, Yumi, assicurata di essere illesa, partì ad altissima velocità verso il Kadick: il tempo era agli sgoccioli.
    ---

    HERMITAGE

    La situazione stava andando decisamente alla deriva: il campo del cellulare era saltato all’improvviso, la temperatura stava vertiginosamente calando, rendendo meno utile la giacca, e non c’era modo di aprire direttamente quella cazzo di porta blindata.

    Il prozio Adolfo sarebbe fiero di XANA…

    L’unica cosa che Richard poteva fare era cercare un pannello elettrico o qualcosa del genere: nonostante la casa fosse vecchia, quella cella frigorifera (e in particolar modo la porta blindata) funzionava di sicuro tramite un panello elettrico di controllo; smanettarci avrebbe potuto risolvere il problema. Non che ci fossero altre opzioni…

    Cinque minuti di inferno siderale permisero a Richard di trovare finalmente l’oggetto della sua ricerca: un piccolo pannello incassato nel muro, ad una prima occhiata difficile da individuare subito, a causa della pittura che lo copriva.

    Senza perdere tempo, con le mani tremanti, Richard prese il suo coltello e, lama estratta, iniziò a forzare il pannello: sembrava che il freddo lo avesse irrigidito di molto. Con un forte strattone il panello si aprì di scatto, seguito da un tintinnio preoccupante:la lama del coltello si era staccata via…

    Shite. Andiamo bene…

    Lo sportellino aperto rivelava una matassa di fili ingarbugliati e scoloriti, da cui penzolava un panello elettrico le cui leve erano usurate e inutilizzabili. Richard non era un tecnico, quindi non avrebbe mai saputo quale filo staccare; inoltre stava già dando qualche segno di cedimento al freddo.

    Be, o provo questo, oppure crepo congelato…

    Richard prese i fili a mani nude e li strappò via tutti con molta energia: una scarica elettrica ad alto voltaggio percosse la mano, provocando un dolore innimaginabile.

    "AARRGHHH!!!!"

    Richard caddè a terra in preda a spasmi di dolore, mentre nell’aria si diffondeva una puzza di bruciato: la mano si era ustionata, e ora stava sanguinando copiosamente.

    "PORCA PUTTANA!!"

    Sbattè la mano distrutta contro il gelido muro, incurante dell’ulteriore dolore provocato da ciò: ormai era in trappola…
    ---

    LYOKO, SETTORE DESERTO

    Jeremy: “Edward! Ora sei rimasto da solo e con pochi punti vita: fai entrare Maya nella torre al più presto!”

    Edward: “Ricevuto!”. Nel mentre le sue braccia stavano iniziando a diventare pesanti come macigni, a forza di mulinare la spada: XANA nel frattempo aveva inviato una grande quantita di rinforzi. Non avrebbe potuto resistere ancora a lungo. Nel mentre Maya era rimasta nascosta, senza essere ancora notata dai mostri.

    Jeremie: “Accidenti Yumi, dove sei?”; chiamò al telefono la sua amica, sperando non le fosse successo niente. Il suo aiuto era fondamentale.
    ---

    KADICK, PARCO

    Sembrava che in quel momento i suoi polmoni si fossero enormemente dilatati, permettendogli di correre dannatamente a lungo; Syl stava scattando verso l’Hermitage, in modo da poter salvare Richard; non poteva permettersi di passeggiare in giro, più esitava, più il suo amato era vicino alla morte.

    La maratona venne fermata da una specie di visione fugace: un ombra sembrava essersi mossa tra gli alberi, ad una velocità fulminea, inumana.

    Syl:”Chi sei!? Fatti vedere!”
    disse mentre, con circospezione, raccolse un lungo e sottile, ma robusto, ramo da terra; una cosa buona di Lyoko era l’aver imparato a maneggiare qualsiasi asta come fosse un bastone da combattimento.

    Di fronte a lei apparve il suo sfidante: un uomo sulla cinquantina, decisamente troppo simile a molte persone comuni; tolte le iridi che avevano sovraimpresso il simbolo di XANA.
    Solitamente la consapevolezza di avere davant ia se un avversario dalla forza sovrumana avrebbe fatto scappare o arrendere la maggior parte delle persone; Syl non era tra queste.

    “Ora non mi importà più di ciò che mi ha fatto: se per salvare Richard devo combatterti e spezzarmi le ossa nel mentre-”

    Si mise in posizione di attacco.

    “COSI SIA!”

    Con un lungo balzo in avanti si lanciò alla carica.
    --

    KADICK, CANCELLO

    Aelita era sicuramente più brava nel parcheggio: Yumi, nella brusca frenata di fornte al collegio, aveva strappato via uno specchietto da un'altra macchina, oltre ad avergli rigato tutta la portiera destra. Oh be, tanto il proprietario non si ricorderà della sua povera Chevrolet.

    Nonostante lo sventato incidente e la tensione, Yumi aveva ancora abbastanza fiato per uscire dalla macchina e compiere un lungo scatto verso l’Hermitage. Nel mentre, il telefono stava squillando di nuovo: rispose stando attenta a non farlo cadere, mentre attraversava la foresta.

    Yumi:”Pronto?”

    Jeremie: “Yumi, hai pochissimo tempo per raggiungere Richard! XANA lo ha rinchiuso nella cella di riscaldamento dell’Hermitage, e rischia di morire congelato!”

    Ohh se Yumi conosceva quel posto: tempo addietro era stata rinchiusa li insieme ad Ulrich, sempre grazie a XANA.

    Yumi: “D’accordo Jeremy, ci sono quasi!”

    Diede un ultima botta di reni, arrivando a vedere in lontantanza la casa abbandonata; forse c’era ancora speranza.
    ---

    LYOKO, SETTORE DESERTO

    Edward: “Maya! Entra subito alla torre! Non posso reggere ancora a lungo!”

    Non se lo fece dire due volte, quindi scattò verso la base nera della torre attiva, beccandosi anche un colpo laser dei mostri di XANA proprio sulla schiena.
    Per fortuna che era riuscita ad entrare dentro e a raggiungere il centro della piattaforma, in procinto di salire.

    Nel mentre Edward, distrutto com’era, stava cercando di evitare più colpi possibili e di annientare più mostri che poteva. La sua impresa fu interrotta da un ultima raffica di colpi che lo prese alla sprovvista, facendolo devirtualizzare all’istante. I mostri di XANA iniziarono a bombardare la torre di colpi laser.
    ---

    HERMITAGE

    Ormai non poteva fare più nulla di efficacie, era ferito, stava iniziando a perdere le forze, e mentalmente era andato completamente: la mente era confusa, allucinata, un misto fra un astinenza e pensieri lucidi.

    Mentre tentava, con quel poco di energia rimasta, di aprire a forza la porta blindata, pur sapendo che non ce l’avrebbe fatta, gli era parso di vedere qualcosa muoversi dall’altra parte, attraverso la finestrella appannata. Qualcuno era venuto ad aiutarlo? Era solo un illusione? Chi poteva saperlo, del resto gli si stava annebbiando la vista.

    I sensi di colpa stavano iniziando a penetrare nella testa di Richard, come aghi ficcati nelle orecchie: Edward, con quella frase pesante come un macigno, aveva ragione; avrebbe potuto chiedere aiuto a loro, invece di impazzire davanti ad un cazzo di monitro; avrebbe potuto concedersi un giorno di riposo per incontrarli.

    Avrebbe potuto rispondere a quella cazzo di chiamata e parlare con quella persona che, più fra tutti, aveva bisogno di lui; ironico come quel giorno, durante la prima battaglia in quel mondo fatto di poligoni e numeri, si era fatto in quattro per evitare che Syl morisse in un mare virtuale.

    E invece l’aveva abbandonata, pensando soltanto a non affrontare i problemi di chi gli stava accanto, e ad addossare fatiche su se stesso.

    Edward: “A forza di allontanare le persone che tengono a te finirai per rimanere solo nel momento peggiore della tua vita”

    Quasi quasi hanno ragione… abbandonare amici o familiari deve essere di famiglia; Tale madre tale figli, in questo caso.

    Richard alzò la testa, mentre si approntava a esalare un ultimo urlo di disperazione.
    --

    KADICK, PARCO

    Ironia della sorte, anche Syl stava soccombendo: nonostante fosse riuscita ad assesstare un paio di colpi allo spettro di XANA (incluso uno in testa, che lo aveva fatto cadere per poco), l’essere era decisamente più forte rispetto a lei, soprattutto contro armi convenionali.

    Ora quella a terra era Syl, agonizzante mentre XANA, con quel ramo che era stato inutile contro di lui, la stava colpendo ripetutamente sulla schiena: di questo passo si sarebbe potuta spezzare la spina dorsale.

    No….non sono riuscita a raggiungerlo e a salvarlo…perché!? Perché mi sono innamorata di lui!? Perché non l’ho seguito prima!? PERCHEEEE’!?

    L’unica cosa che poteva fare era urlare: di dolore, di tristezza. Di tutto.
    ---
    In quell’esatto momento, nella fredda immensità dell’universo, la morte stava reclamando due anime, e queste, come se fossero in simbiosi, stavano emettendo un ultimo, ruggente, grido. Il punto esclamativo di tutto ciò che era successo.
    --
    CODICE LYOKO
    --
    La porta blindata si aprì di scatto, permettendo a Richard di uscire, accasciandosi a terra, sul pavimento di un luogo ora ben più caldo. Il naso, a causa dell’enorme sbalzo di temperatura, iniziava a sanguinare.

    Sono ancora vivo..

    Ad un certo punto si sentì issato in piedi, sorretto da una persona, la cui voce femminile tuonava nelle sue orecchie.

    Yumi:”Forza, cerca di alzarti. C’è mancato poco, stai bene!? Cosa hai fatto alla mano!?”

    È la giapponese da cui sono scappato; Yuri, Yumi o qualcosa del genere…allora non stavo sognando, qualcuno era venuto a cercare di liberarmi…

    Richard non aveva la forza di rispondere: pensava solo a cosa avrebbe fatto una volta tornati indietro. Una cosa decisamente importante.
    --

    La raffica di bastonate era finita: il clone si era volatilizzato, scomparendo in una nube di fumo; ciò voleva dire che la torre era stata disattivata, e che quindi Richard (oltre a lei) era sicuramente vivo. Ne era certa.

    Non riusciva a rimettersi in piedi e a camminare, quindi, dolorante e lentamente, strisciava verso l’Hermitage, aggrappandosi con forza al terreno. Voleva rivedere Richard, stargli accanto. Perché in fondo non riusciva a smetterlo di amarlo: non è certo un sentimento che si può togliere a comando; c’era qualcosa in lui, qualcosa che la spingeva a non mollarlo. Lei era stata salvata da lui, quel giorno, no?
    --

    Jeremie: “Pronto, Yumi!? Come, è ancora vivo? Phiuu, menomale..”

    Edward in quel momento era accanto a lui, dato che era rimasto nel laboratorio dopo essere stato devirtualizzato. Era rincuorato di sapere che Richard non era morto, e dispiaciuto della frase che gli aveva detto un po’ di ore fa.

    Jeremie: “Maya, Edward, ottimo lavoro a tutti. Ora possiamo tornare a goderci questo venerdì”

    RITORNO AL PASSATO
    ---

    VENERDI 4 OTTOBRE, 17.15

    E’ una bella cosa poter viagiare indietro nel tempo, no? Puoi rimediare a tutti i tuoi errori passati e cambiare il futuro; Richard ora lo sapeva bene, mentre spense il Pc e usciva da camera sua; aveva finito il suo lavoro, per non strafare di nuovo.

    Direzione: macchinette. Aveva qualcosa di importante da fare.

    ORE 17.35

    Stavolta niente cioccolata calda, si andava dritti in biblioteca: Syl sapeva che se fosse rimasta lì si sarebbe presa altri lividi; i ricordi dolorosi, se possibile, voleva evitarli, del resto “la storia si ripete”.

    Jacqueline:“A quanto pare qualcuno qui ha voglia di mettersi in mostra. Cos’è i libri ti hanno stufata e ora cerchi di diventare la puttanella della scuola attirando l’attenzione di tutti?“

    A sentire quella voce il suo sguardo si era rabbuiato: perché doveva accadere di nuovo?

    Syl:”Senti non ho voglia di parlarne. Lasciami in pace.”

    E di nuovo, prima che lei potesse alzare i tacchi, fu di nuovo presa alle spalle, pronta a essere usata di nuovo come sacco da boxe.

    Però la storia non è sempre uguale: i vincitori la riscrivono. E così era in questo caso.

    “Ciak! Documentario anti bullismo parte 1, azione!”

    Jacqueline, adirata ancor di più di essere stata interrotta, si volto verso la fonte della voce: vide Richard uscire dal box della macchinetta, che gli puntava contro il cellulare, a mo di filmarle nel loro atto criminoso.

    Richard: “Ora, io cancello questo video, ma ci devono essere un paio di cose chiare:
    Mo ve ne andate, e non provate a toccare Syl, che sennò so cazzi vostri.”
    Imparare il dialetto romano, oltre a quello scozzese, ha i suoi vantaggi.

    Jacqueline e la sua “scagnozza” se ne andarono, infuriate di non aver potuto dare una lezione di superiorità. Nel frattempo Richard metteva a posto il cellulare, dato che in realtà non stava filmando un bel niente; i suoi occhi si incrociarono con quelli di Syl, che lo guardava, sorridendo.

    Non mi sono sbagliata su di lui…

    Entrambi si avvicinarono l’un l’altro, e il primo a proferire parola era, guarda un po', Richard.

    Richard: “Per quanto non sia da me, te lo devo dire: …mi dispiace, avrei dovuto risponder-”; le sue scuse furono interrotte dall’abbraccio di Syl.

    Syl: “Non scusarti, sono certa che non lo avevi fatto di proposito. So quanto stai facendo per noi, ma ti prego, non ammazzarti di lavoro, d’accordo?
    Quindi , scuse accettate.”
    . Lo rilasciò dalla sua stretta, dandogli un bacio sulla guancia, per poi re-dirigersi verso la biblioteca.

    Richard invece andava in direzione del parco; aveva bisogno di camminare.

    Non sono ancora sicuro su cosa provo adesso Syl…ma una cosa è certa: eviterò di rifare la stessa cazzata, soprattutto con lei.

    Dalla storia si impara dai propri errori, no?
     
    Top
    .
27 replies since 10/7/2019, 20:22   1036 views
  Share  
.